Tra non molto si potrà parlare con i cari defunti: la nuova invenzione (choc) dell’intelligenza artificiale
L’AI sta per introdurre una novità senza precedenti che ci permetterà addirittura di “parlare” con i defunti.
Nell’era dell’intelligenza artificiale, le innovazioni tecnologiche continuano a sfidare i confini dell’immaginazione umana, portando a sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembravano appartenere esclusivamente al regno della fantascienza. Una delle più recenti e controverse innovazioni è la possibilità di interagire con copie virtuali dei propri cari defunti, grazie all’utilizzo di avanzati algoritmi di intelligenza artificiale.
Questa idea, che potrebbe sembrare un sogno o un incubo a seconda dei punti di vista, si basa su tecnologie già in uso per creare avatar virtuali con cui interagire. Questi avatar, alimentati da intelligenza artificiale, sono in grado di simulare conversazioni umane, ricordare dettagli delle interazioni passate e persino comprendere e rispondere alle emozioni umane. Ma cosa succederebbe se questi avatar potessero essere utilizzati per ricreare le personalità di persone che non ci sono più?
Resuscitare digitalmente i defunti: un’idea non del tutto nuova
L’idea di “resuscitare” digitalmente i defunti non è del tutto nuova. Già da qualche tempo, alcune aziende stanno esplorando il concetto di creare versioni digitali di persone reali, utilizzando i dati raccolti durante la loro vita. Questi dati possono includere registrazioni vocali, messaggi di testo, e-mail, post sui social media e qualsiasi altra forma di comunicazione digitale.
Analizzando e integrando queste informazioni, l’intelligenza artificiale può creare un profilo dettagliato della persona, che può quindi essere utilizzato per simulare conversazioni realistiche.
Tuttavia, mentre la tecnologia avanza, sorgono inevitabilmente questioni etiche e legali. Uno dei primi aspetti da considerare è il consenso. Le persone devono essere consapevoli di come i loro dati vengono utilizzati e devono dare il loro consenso esplicito affinché questi dati possano essere utilizzati per creare una loro versione digitale post-mortem. Senza un quadro normativo chiaro, c’è il rischio che questa tecnologia venga utilizzata in modi che violano la privacy e i diritti delle persone.
Percezione e accettazione sociale
Inoltre, c’è il problema della percezione e dell’accettazione sociale. Parlare con una versione digitale di un defunto può fornire conforto per alcuni, aiutandoli nel processo di lutto, ma per altri potrebbe sembrare innaturale o addirittura inquietante. L’interazione con questi avatar potrebbe anche portare a una dipendenza emotiva, simile a quella che si verifica con i chatbot di compagnia, che non sempre riflettono la complessità delle relazioni umane reali.
La creazione di avatar di persone defunte potrebbe anche influenzare la nostra comprensione e accettazione della morte. Se la tecnologia permette di mantenere un legame con i defunti in modo così tangibile, potrebbe alterare il modo in cui elaboriamo il lutto e accettiamo la perdita. In questo contesto, è fondamentale che psicologi e esperti di salute mentale siano coinvolti nello sviluppo e nella regolamentazione di queste tecnologie per assicurare che siano utilizzate in modo responsabile e benefico.