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Multa record per Google: così la Russia vuole distruggere il colosso americano

Multa record per Google, e così la Russia cerca di mettere in concreta difficoltà il colosso americano dell’informazione.

Multa da record per Google. La BBC ha evidenziato la sproporzione della cifra rispetto al valore di Google, facendoci riflettere su come tali misure possano essere interpretate come attacchi diretti alle major della tecnologia che dominano il panorama globale. È un costo che esce da ogni logica economica, insomma. La questione si complica ulteriormente, eppure solleva interrogativi sul rispetto delle leggi locali e su quanto le aziende siano pronte a sacrificarsi per i propri valori.

Multa da paura nei confronti di Google

In Russia, la notizia di una multa inflitta a Google ha lasciato tutti senza parole. Si tratta di un’imposta incredibile, una cifra che fa tremare solo a leggerla: 2,5 decilioni di dollari. Esatto, bisogna ripeterlo perché è difficile da credere: ben 33 zeri. Questa cifra non solo supera di gran lunga il valore di mercato dell’azienda statunitense, il cui valore si aggira intorno ai 2.000 miliardi di dollari, ma porta con sé anche una serie di interrogativi sulle relazioni tra le gigantesche compagnie tecnologiche e i governi.

Multa record per Google (appmaniaci.com – Canva)

Questa sanzione senza precedenti scaturisce dal rifiuto di Google di riattivare 17 canali di media russi su YouTube. Questi canali, che sono riconosciuti come vicini al governo di Mosca, sono stati oggetto di attenzione dopo la decisione dell’azienda di eliminare il canale ultranazionalista Tsargrad. L’agenzia di notizie russa Rbk ha riportato che le multe sono emerse a causa della mancanza di conformità alle richieste ufficiali, sollevando dibattiti e preoccupazioni sulla libertà di espressione nel contesto di una battaglia legale complessa. È sorprendente vedere come questa sanzione non solo possa influire su Google, ma potrebbe anche avere ripercussioni più ampie su tutte le multinazionali che operano in territori dove le normative locali possono scontrarsi con le proprie politiche aziendali.

Un contenzioso epocale: la battaglia legale di Google in corso

A ridosso di questo scenario, si inserisce un contenzioso che dura ormai da quattro anni e rappresenta forse il più grande contrasto legale tra la Federazione Russa e una compagnia tecnologica occidentale. Ivan Morozov, un avvocato intervistato dall’agenzia russa Tass, ha rivelato che l’entità della pena è paragonabile a 23 milioni di volte il PIL mondiale. Perciò, è come se Google fosse davanti a una richiesta di pagamento impossibile, quasi surreale, che potrebbe essere vista più come una manovra politica piuttosto che come una vera richiesta economica.

Multa della Russia nei confronti di Google (appmaniaci.com – Canva)

Infatti, il richiamo di Morozov al denaro in circolazione nel mondo indica un livello di ironia tragica. Le cifre sono talmente astronomiche che da sole raccontano una storia di tensione internazionale. Rompendo le barriere dell’immaginario economico, la multa diventa, di fatto, un simbolo di una guerra economica e culturale, un modo per dimostrare il potere della Federazione Russa nei confronti delle aziende statunitensi. Ma la domanda rimane: come potrà Google rispondere a una simile richiesta?

Origine della controversia: il nodo Tsargrad e le sanzioni

Questa controversia ha radici profonde che affondano nel 2020, quando Google ha compiuto una mossa decisiva eliminando il canale ultranazionalista Tsargrad da YouTube. Tale evento ha innescato una serie di reazioni e di conflitti legali, accentuati dalle tensioni geopolitiche in corso e dalle sanzioni statunitensi imposte alla Russia. Da quel momento, Google si è ritrovato in una posizione di difficile manovra, cercando di mantenere un equilibrio fra la conformità alle leggi locali e le proprie politiche interne sui contenuti.

Multa da record legata a controversie passate (appmaniaci.com – Canva)

Roman Yankovsky, dell’Higher School of Economics di Mosca, ha messo in discussione la possibilità che Alphabet, la holding che controlla Google, possa anche solo avvicinarsi a coprire un importo così stratosferico. Le entrate trimestrali dell’azienda, che si aggirano attorno agli 80 miliardi di dollari, sembrano insignificanti dinanzi a tale richiesta. E dunque, la multa diventa più di un semplice atto punitivo; rappresenta la lotta per il controllo e la definizione delle norme che regolano gli spazi digitali in un contesto di rivalità internazionale.

Christian Camberini

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