Lo chiamano “scroll” e lo facciamo tutti i giorni: cosa è e perché non possiamo farne a meno
Lo chiamiamo “scroll” ed è ormai una pratica quotidiana di cui non riusciamo a fare a meno. Ecco per quale motivo.
In un’epoca in cui la tecnologia digitale è diventata parte integrante della nostra vita quotidiana, lo “scrolling” è una pratica che molti di noi effettuano più volte al giorno senza nemmeno pensarci. Che si tratti di scorrere il feed di Instagram, passare da un video all’altro su TikTok o esplorare i contenuti di YouTube, questa azione è diventata quasi automatica. Ma cosa ci spinge a farlo così frequentemente, e perché sembra essere così difficile smettere?
La ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Psychology: General offre spunti interessanti su questo fenomeno. L’indagine, che ha coinvolto oltre 1200 partecipanti attraverso sette esperimenti, ha cercato di comprendere come lo scrolling influisca sulla nostra percezione della noia.
Katy Tam, coordinatrice dello studio, sottolinea che ci annoiamo quando c’è una discrepanza tra il livello di coinvolgimento che proviamo e quello che desideriamo. In altre parole, se ci aspettiamo che un’attività sia interessante e non lo è, la noia cresce.
La libertà di scelta e la noia
Uno dei motivi per cui lo scrolling può essere controproducente è proprio la libertà di scelta che offre. Il primo esperimento descritto nello studio coinvolgeva 166 studenti universitari, i quali si annoiavano di più quando avevano la possibilità di scorrere avanti e indietro su un video, rispetto a quando questa opzione era limitata. È interessante notare che la possibilità di scegliere tra diversi video brevi, anziché guardare un unico video più lungo, aumentava i livelli di noia.
Un ulteriore aspetto da considerare è l’età dei partecipanti. Quando gli stessi esperimenti sono stati condotti su un gruppo più ampio di età, i risultati sono cambiati significativamente. Le persone più anziane, infatti, non manifestavano variazioni nei livelli di noia indipendentemente dalla possibilità di scelta tra video brevi o lunghi.
Questo suggerisce che le abitudini di consumo dei contenuti possono variare notevolmente con l’età, e che le generazioni più giovani potrebbero essere più predisposte a sperimentare una maggiore noia a causa della continua ricerca di nuovi stimoli.
La ricerca costante di novità
Ma perché lo scrolling è diventato così prevalente? Una possibile spiegazione è la ricerca costante di novità e stimoli che caratterizza la nostra società iperconnessa. I social media e le piattaforme video sono progettati per catturare la nostra attenzione, offrendo un flusso infinito di nuovi contenuti. Tuttavia, questo può portare a una sorta di sovraccarico sensoriale, dove la quantità di stimoli supera la nostra capacità di elaborazione, generando frustrazione e noia.
Inoltre, lo scrolling è spesso utilizzato come un meccanismo di fuga, un modo per evitare di affrontare pensieri o emozioni indesiderate. In momenti di stress o ansia, scorrere i social media può sembrare un modo semplice per distrarsi. Tuttavia, come sottolineato dallo studio, questa abitudine può fare più male che bene, impedendoci di immergerci completamente in esperienze più significative che potrebbero effettivamente alleviare la nostra noia.
Il paradosso dello scrolling
Il paradosso dello scrolling è che, mentre cerchiamo di sfuggire alla noia, potremmo in realtà finire per alimentarla. La mancanza di un coinvolgimento profondo con i contenuti che consumiamo può lasciare un senso di insoddisfazione e desiderio di qualcosa di più appagante. Invece di trovare l’intrattenimento che cerchiamo, possiamo ritrovarci in un ciclo infinito di ricerca di nuovi contenuti che non ci soddisfano mai completamente.
In conclusione, mentre lo scrolling può sembrare un passatempo innocuo e persino necessario in alcuni momenti, è importante essere consapevoli dei suoi effetti sulla nostra percezione della noia e sul nostro benessere generale. Forse, la chiave sta nel trovare un equilibrio, permettendoci di godere dei benefici della tecnologia senza diventarne schiavi.