Negli ultimi giorni, la truffa con la voce di Crosetto ha catturato l’attenzione dei media italiani, rivelando come la tecnologia possa essere utilizzata per ingannare e frodare. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è stato vittima di un audace raggiro in cui i malviventi si sono spacciati per lui, cercando di estorcere ingenti somme di denaro a noti imprenditori del Paese. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla clonazione vocale e sulle tecnologie avanzate che possono rendere possibili tali inganni.
La procura di Milano ha avviato un’indagine su una serie di contatti tra truffatori e imprenditori di spicco, tra cui nomi noti come Giorgio Armani e Massimo Moratti. I malviventi hanno chiesto bonifici verso conti esteri, giustificando le loro richieste con la necessità di pagare riscatti per giornalisti italiani in ostaggio. Uno degli imprenditori coinvolti ha addirittura trasferito circa un milione di euro su un conto a Hong Kong, cadendo nella trappola. Crosetto ha denunciato l’accaduto dopo essere stato avvisato da alcuni imprenditori che avevano ricevuto telefonate sospette.
Ma come è possibile che una voce possa essere clonata in tempo reale? Al momento, non ci sono prove definitive che confermino l’uso di una voce sintetizzata. È plausibile che i truffatori abbiano utilizzato un imitatore oppure manipolato registrazioni del ministro, selezionando frasi pronunciate in contesti ufficiali. Un’altra ipotesi è che abbiano impiegato un breve spezzone audio del ministro per rendere le loro richieste più credibili.
La tecnologia di clonazione vocale ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, e l’idea di utilizzare una voce clonata in tempo reale non è affatto da escludere. Ecco alcuni punti chiave su come funziona:
La clonazione vocale moderna utilizza architetture complesse di intelligenza artificiale, suddivise in tre stadi. Un encoder analizza le registrazioni vocali, estraendo caratteristiche distintive come timbro e intonazione, creando così una “firma vocale” unica. Questa firma viene poi elaborata da modelli neurali che replicano i pattern vocali, generando rappresentazioni intermedie, e infine un vocoder trasforma queste rappresentazioni in onde sonore, riproducendo la voce originale.
Le tecnologie open-source esistono anche per la clonazione vocale e possono essere installate localmente, ma l’uso di modelli locali può comportare una latenza significativa. Nonostante ciò, tali sistemi potrebbero comunque essere utilizzati per rispondere a domande specifiche in una conversazione.
Un esempio recente di uso della clonazione vocale è stato il TG1, che ha replicato la voce di Giovanni Toti per leggere la sua lettera di dimissioni. Questo evento ha dimostrato come la tecnologia possa essere sfruttata sia per fini illeciti che per applicazioni legittime in ambito mediatico.
La questione della clonazione vocale solleva interrogativi etici e di sicurezza non indifferenti. Con l’avanzare della tecnologia, diventa sempre più difficile distinguere il vero dal falso, e la truffa ai danni di Crosetto è solo un esempio di come i malintenzionati possano sfruttare le innovazioni per ingannare. È fondamentale che vengano stabilite regole e normative chiare per governare l’uso di queste tecnologie, al fine di proteggere non solo le personalità pubbliche, ma anche i cittadini comuni da truffe sempre più sofisticate.
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