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I chatbot sotto attacco: oltre 3 milioni di articoli pro Russia in circolazione

Negli ultimi anni, la disinformazione è emersa come una delle sfide più gravi nel panorama digitale globale. Secondo un’analisi condotta da NewsGuard, oltre 3 milioni e 600 mila articoli di propaganda pro Russia sono stati integrati nei principali sistemi di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di influenzare le risposte fornite dai chatbot agli utenti di tutto il mondo. Questi articoli provengono da una rete di disinformazione russa nota come Pravda, che significa “verità” in russo, ma che in realtà si occupa di diffondere falsità e narrazioni distorte.

L’analisi di NewsGuard sui chatbot

NewsGuard ha effettuato un’analisi approfondita dei dieci principali chatbot disponibili sul mercato, tra cui ChatGPT-4 di OpenAI, Smart Assistant di You.com, Grok di xAI, Pi di Inflection, le Chat di Mistral, Copilot di Microsoft, Meta AI, Claude di Anthropic, Gemini di Google e il motore di risposta di Perplexity. L’analisi ha esaminato un campione di 15 false narrazioni avanzate da una rete di 150 siti web pro Mosca, monitorando il periodo che va da aprile 2022 a febbraio 2025.

Il risultato di questo audit è allarmante: una percentuale del 33% delle risposte generate dai chatbot testati includeva affermazioni false riciclate dalla rete Pravda. Questo significa che enormi quantità di propaganda russa sono ora incorporate negli output dei sistemi di intelligenza artificiale occidentali, infettando le loro risposte con false dichiarazioni.

Esempi di disinformazione

Le affermazioni false diffuse da questa rete di disinformazione sono numerose e variegate. Tra le più note, si trova la narrazione secondo cui:

  1. Gli Stati Uniti gestirebbero laboratori segreti di armi biologiche in Ucraina. Questa teoria del complotto è stata ampiamente smentita da esperti e autorità sanitarie, ma continua a trovare ascolto tra alcuni segmenti della popolazione.

  2. La storia inventata dal fuggitivo statunitense John Mark Dougan, che ha affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe abusato degli aiuti militari statunitensi per accumulare ricchezze personali. Questa narrazione, pur priva di fondamento, è stata ripetuta in vari contesti, contribuendo a creare un clima di sfiducia nei confronti del governo ucraino e dei suoi alleati.

L’impatto della disinformazione

L’impatto di questa disinformazione è amplificato dal fatto che i chatbot sono sempre più utilizzati come fonti di informazione. Molti utenti si rivolgono a queste piattaforme per ottenere risposte rapide e affidabili, ma con la presenza di narrazioni false, il rischio di alimentare idee errate è significativo. La capacità dei chatbot di influenzare l’opinione pubblica non può essere sottovalutata, poiché le loro risposte vengono spesso percepite come veritiere, data la reputazione di imparzialità e precisione che i sistemi di intelligenza artificiale cercano di mantenere.

Inoltre, l’analisi di NewsGuard evidenzia un ulteriore problema: la rete Pravda ha diffuso un totale di 207 affermazioni false, fungendo da hub centrale per il riciclaggio di disinformazione. Questo meccanismo di propagazione delle falsità non solo mina la credibilità dei chatbot, ma crea anche un ambiente in cui le informazioni errate possono prosperare e diffondersi rapidamente, rendendo difficile per gli utenti discernere la verità.

La questione della disinformazione online è diventata così complessa che richiede un impegno collettivo da parte di piattaforme tecnologiche, governi e utenti stessi. Mentre le aziende tecnologiche cercano di migliorare i propri algoritmi per ridurre la diffusione di contenuti fuorvianti, è fondamentale che gli utenti siano educati a riconoscere e contestare le informazioni errate. La trasparenza nella modalità di funzionamento dei chatbot e l’implementazione di misure di verifica dei fatti sono passi cruciali per combattere la disinformazione.

In questo contesto, è interessante notare come il panorama della disinformazione stia evolvendo. Con l’accesso sempre più diffuso a tecnologie avanzate come i chatbot, le strategie di propaganda stanno diventando più sofisticate. I gruppi di disinformazione sono in grado di adattare le loro narrazioni in tempo reale, sfruttando le vulnerabilità dei sistemi di intelligenza artificiale per veicolare i loro messaggi.

Infine, la lotta contro la disinformazione richiede anche un monitoraggio costante e un’analisi critica delle fonti di informazione. NewsGuard, con la sua missione di monitorare e valutare l’affidabilità dei contenuti online, svolge un ruolo fondamentale in questo processo, fornendo agli utenti gli strumenti necessari per discernere tra verità e menzogna. In un mondo sempre più interconnesso, la responsabilità di garantire che le informazioni siano accurate e verificate ricade su tutti noi.

Benedetta Frontoni

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