Google accusata di aver violato la privacy di milioni di persone
Google e altre aziende pubblicitarie sono state accusate di aver violato la privacy di milioni di persone, delle quali avrebbero illegalmente raccolto dati sensibili sulle loro abitudini grazie ad un particolare codice che rubava le informazioni a Safari, uno dei più utilizzati browser per dispositivi mobile.
La scoperta è stata pubblicata dal Wall Street Journal ed è stata realizzata grazie a Jonathan Mayer, un ricercatore dell’università di Stanford, che ha scoperto che 22 tra i 100 siti più importanti avevano questo codice spia.
Le informazioni recuperate da Google comunque non si limitavano a questi siti, ma seguivano gli utenti praticamente ovunque si spostassero. Oltre a Google però anche altre società come la Vibrant Media, la Media Innovation Group e la PointRoll si sono rese colpevoli delle accuse mosse alla società di Mountain View.
Google si è difesa dicendo di aver fatto niente di illecito e che i cookie non raccoglievano dati personali, mentre Apple ha dichiarato di aver iniziato a lavorare per risolvere il problema della privacy per rendere impossibile aggirare le impostazioni di Safari.
I problemi con la privacy non sono nuovi per Google che già dal mese scorso aveva iniziato la propria procedura di revisione e unificazione delle proprie norme con avvisi agli utenti che li invitavano ad approfondire i nuovi regolamenti in materia.
La notizia ha provocato una reazione anche in Europa, che ha proposto all’azienda americana di mettere in standby le proprie modifiche e rinviare la decisione. Dopo un incontro con i funzionari dell’Unione Europea Google ha rimandato al primo marzo l’entrata in vigore delle nuove procedure.
Fatto sta che un tema sensibile come quello della privacy online viene spesso sottovalutato anche dalle autorità che dovrebbero invece vigilare.