Fu con questo motto che si rivolse ai neolaureati di Stansford, anche se lui l’università l’aveva abbandonata, per non far spendere i propri risparmi ai genitori adottivi.
Steve Jobs nasce il 24 febbraio 1955 a San Francisco e viene adottato da Paul e Clara Jobs. Dormì sui pavimenti del college pur di seguire corsi di calligrafia e, dal momento che come disse lui ‘nella vita spesso la questione è sapere collegare i punti, mettendo a frutto le esperienze passate’, quei corsi che seguì per pura passione li mise a frutto nel primo Macintosh, che passò alla storia per l’estetica dei suoi caratteri e per la modernità dell’interfaccia grafica.
Il lavoro di Steve Jobs inizia nel 1974 quando divenne dipendente Atari. Con i primi stipendi, a soli 20 anni, decise di andare in India per una ricerca spirituale. Nel 1996 fondò la Apple in un garage, insieme a Steve Wozniak e Ronald Wayne.
Le difficoltà furono tante. Nel 1985 la stessa azienda che aveva fondato lo mise alla porta, cacciato dal suo vice-presidente perchè considerato ‘troppo giovane per governare’, ma Jobs non si arrese a quel colpo durissimo. Si cimentò in un nuovo settore, il cinema di animazione, e comprò la Pixar, trasformandola in un colosso.
Nel 1996, quando la Apple era ormai in ginocchio e incapace di contrastare la concorrenza di Microsoft, Jobs ritornò alla sua prima creatura e non solo la salvò dal fallimento, ma creò tutto quello che oggi è sinonimo di smartphone e di un nuovo modo per ascoltare musica o navigare in rete.
Nel 2004 il terribile annuncio: Steve Jobs ha un cancro al pancreas e invia una e-mail ai suoi dipendenti informandoli che deve prendersi una pausa e tornerà a Settembre.
Nel 2007 inventa l’iPhone, ma il suo stato di salute continua a preoccupare. Nel gennaio 2009 è costretto a prendere un altro congedo per malattia e subisce un trapianto di fegato.
Nel 2010 lancia l’iPad, un altro incredibile successo, ma nell’Agosto 2011 arriva la notizia definitiva delle sue dimissioni come CEO di Apple, ruolo che affida al suo braccio destro Tim Cook.
“Dovete credere in qualcosa: il vostro guru, il destino, il karma o altro. Questo approccio non mi ha mai mollato ed è questo che ha fatto la grande differenza nella mia vita”.
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