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Apple e il Golfo del Messico: la nuova frontiera americana sotto l’occhio di Trump

Negli ultimi giorni, il panorama della navigazione digitale ha subito un importante cambiamento, con Apple che ha deciso di allinearsi alla politica dell’amministrazione Trump. Come già accaduto con Google Maps, l’app di navigazione di Apple ha adottato la nuova nomenclatura, trasformando il tradizionale “Golfo del Messico” in “Golfo d’America”. Questo cambiamento non si limita solo a un’alterazione terminologica; rappresenta un chiaro segnale politico in un contesto in cui la denominazione geografica sta diventando terreno di scontro ideologico.

La decisione di Apple, come riportato da vari organi di stampa, sembra essere ancora più radicale rispetto a quella di Google. Quest’ultima ha optato per un approccio più moderato, mantenendo il nome Golfo del Messico per gli utenti messicani e utilizzando una denominazione mista, Golfo del Messico (Golfo d’America), per gli utenti al di fuori di Stati Uniti e Messico. Al contrario, Apple ha deciso di sostituire completamente il nome tradizionale, rendendo il Golfo d’America la denominazione ufficiale a livello globale. Ciò significa che, mentre gli utenti in Messico possono ancora vedere la vecchia denominazione, gli utenti di tutto il resto del mondo vedranno solo “Golfo d’America”.

Fino ad ora, non ci sono state modifiche per quanto riguarda la versione europea di Mappe, dove il Golfo del Messico continua ad essere indicato con il suo nome tradizionale. Tuttavia, se si inserisce “Golfo d’America” nel campo di ricerca, il navigatore indirizza comunque gli utenti verso il Golfo del Messico, evidenziando la confusione che può sorgere da questo cambiamento.

La modifica è il risultato di un ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump qualche settimana fa. Questo provvedimento ha imposto al Geographic Names Information System, l’ente responsabile della gestione dei nomi geografici negli Stati Uniti, di adottare la nuova denominazione per il Golfo. Tale decisione ha suscitato forti reazioni negli Stati Uniti, tanto che diverse testate giornalistiche e agenzie di stampa hanno espresso il loro disappunto riguardo a questa imposizione.

Un esempio emblematico è il conflitto che si sta consumando tra l’amministrazione Trump e l’Associated Press. La celebre agenzia di stampa ha denunciato di essere stata esclusa dall’elenco delle testate accreditate per accedere allo Studio Ovale, la sede ufficiale del Presidente, a causa delle sue critiche sul cambio di nome del golfo. Julie Pace, Executive Editor dell’agenzia, ha dichiarato: “L’Associated Press è stata bloccata a causa della sua posizione sul Golfo del Messico. Limitarci l’accesso allo Studio Ovale a causa dei nostri articoli non solo lede gravemente l’accesso del pubblico alle notizie indipendenti, ma viola chiaramente il Primo Emendamento“.

Questa situazione evidenzia la tensione crescente nel panorama politico americano. La questione della nomenclatura geografica non è solo una questione di terminologia, ma riflette anche le profonde divisioni politiche e culturali nel paese. La decisione di Trump di adottare un approccio così autoritario nei confronti delle istituzioni mediatiche e delle aziende tecnologiche ha sollevato interrogativi sulla libertà di stampa e sull’autonomia aziendale.

Le app di navigazione, come Mappe di Apple e Google Maps, sono già abituate a gestire situazioni delicate in termini di nomenclatura. Un esempio celebre è quello del mare che separa il Giappone dalla penisola coreana. In Giappone, il tratto di mare è denominato “Mar del Giappone”, mentre in Corea del Sud è noto come “Mar dell’Est”. Google Maps, per gli utenti europei, ha scelto di non prendere una posizione netta e continua ad utilizzare entrambe le denominazioni, mostrando così come il contesto geopolitico possa influenzare le scelte di nomenclatura.

Questa nuova imposizione di Trump, che ha portato a un cambio di rotta anche per Apple, rischia di alimentare ulteriori divisioni. Mentre le grandi aziende tecnologiche cercano di adattarsi a un clima politico in continua evoluzione, si trovano a dover bilanciare le proprie scelte aziendali con le pressioni politiche.

In un contesto di crescente polarizzazione, la battaglia per le parole e i nomi diventa simbolo di più ampie lotte per il potere e l’influenza. Le scelte fatte da aziende come Apple e Google non sono semplici decisioni commerciali, ma diventano dichiarazioni politiche che possono influenzare l’opinione pubblica e il dibattito nazionale. La questione del Golfo del Messico, ora diventato Golfo d’America, è solo un esempio di come la geopolitica possa infiltrarsi in aspetti della vita quotidiana, rendendo ogni interazione con la tecnologia un potenziale campo di battaglia per le ideologie e le convinzioni politiche.

Simone Tarquini

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